STORIA

La famiglia Monaco

Competenza, professionalità, dedizione: queste le caratteristiche della famiglia Monaco che nel 2021 ha festeggiato i 62° anni di attività, dando onore ai loro sacrifici, alla loro passione e, soprattutto, a coloro che sin dagli anni quaranta credettero nella possibilità di vedere realizzato un sogno: diventare imprenditori e costruire una propria realtà lavorativa, basata su principi saldi e duraturi, quali l’accordo tra tutti i fratelli, lo spirito di coesione, il rispetto. Sono quattro, infatti, le parole con cui gli intervistati (Galliano, Benito e Bruno) hanno voluto sintetizzare il successo della loro Azienda: l’unione, il lavoro, il sacrificio e l’ambizione. Sì, sacrificio. Una parola, un concetto, un’esperienza che ha di certo rappresentato la loro generazione, quella degli anni Quaranta e Cinquanta.

La storia della famiglia Monaco ebbe inizio con il primo dei fratelli: Luciano Monaco, scomparso il 28 Aprile del 1989 tra l’affetto dei suoi cari. Fu lui che, primo fra tutti sollecito' i Fratelli Galliano e Bruno ad avviare un’attività in proprio, quella della produzione di camere da letto, in un paese che già si mostrava pronto ad avere fortuna in questo settore. Insieme ai due fratelli, dunque, mosse i primi passi in tale direzione, occupandosi prevalentemente della vendita, dei rapporti con la clientela, mostrando grande “savoir faire”. Come ricordano i suoi fratelli, fu proprio lui che nella metà degli anni Sessanta ebbe l’intuizione di aprire un punto vendita nella più moderna città di Pescara, in Via Cavour.

Luciano fu un vero imprenditore e le sue prime mosse lo avevano dimostrato. Insieme a Galliano e Bruno, con duro sacrificio aprì la strada agli altri per far sì che il nome Monaco diventasse il più importante nella storia del mobile di Mosciano S.Angelo. Bisogna sottolineare, però, che mentre Luciano si mostrò maestro nella vendita, fu grazie all’esperienza, alla competenza e alle risorse economiche di Galliano e Bruno che si ebbe la vera possibilità di avviare la prima attività. I fratelli Galliano e Benito appresero il mestiere, lavorando presso il mobilificio di Bernardo Mancini, mentre Bruno, lavorando in quello di Alessandro e Giovanni Potenza.

Tutto ebbe inizio nel mese di giugno dell'anno 1959, quando la famiglia abitava in Via Largo Anfiteatro, una strada già abitata da falegnami e che offriva allo sguardo dei paesani un continuo via vai di gente intenta alla lavorazione artigianale del legno. Prima di costruire un’impresa insieme ai fratelli, Galliano si mostrò già abile falegname e, nel 1952, decise anche lui, come molti paesani, di emigrare in Venezuela, la terra che all’epoca fornì a molti moscianesi la speranza di un futuro migliore. Afferma il protagonista di questa esperienza: “Il mio intento era lo stesso di molti altri: mettere da parte dei soldi, dare la possibilità a me e ai miei fratelli di costruire qualcosa per noi. Prima di partire per Caracas, lavoravo presso i locali di Mancini, in via R. Margherita, ma non era sufficiente. In sud America ho lavorato come operaio, sono stato bene e, rimanendo lì cinque anni, ho potuto risparmiare davvero”. Galliano, dunque, rimase nelle terre calde di Caracas fino al 1957, mentre il fratello Benito, arrivato in terra venezuelana il 19 Marzo del 1955, si trattenne fino al 1962.

Durante l’intervista si ricorda da parte loro quanto fosse dura e ricca di stenti la vita nel dopoguerra. Mosciano era un paese agricolo, ricco di artigiani e falegnami e solo attraverso il sacrificio e le giornate dedite al lavoro era possibile ricavare il necessario per sopravvivere. Interviene Galliano, asserendo: “A quei tempi si andava a lavorare a piedi, si usciva col sole e si rientrava a notte fonda. Papà ci incitava sempre ad alzarci presto, cominciava a chiamarci la mattina alle 6.00 e non smetteva fin quando non eravamo tutti in piedi”. Anche loro, inoltre, tengono a sottolineare che fu Mancini Bernardo il primo a dare avvio ad una lavorazione moderna ed imprenditoriale nel settore del legno. “Grazie a lui” - afferma Bruno – “tutti noi moscianesi abbiamo avuto lo stimolo a fare qualcosa nella stessa direzione, abbiamo voluto provare ad essere imprenditori di noi stessi. Prima di Mancini, Mosciano era abitata da lavoratori artigianali, era caratterizzata solo da piccole botteghe sorte quasi sempre sotto le abitazioni. Anche noi siamo partiti come piccoli artigiani e, con grande impegno, abbiamo creduto in un progetto ambizioso. L’unico dispiacere è che nel nostro paese non ci sia stata la forza e la volontà di unirsi e cooperare al fine di soddisfare un interesse comune. Nonostante ciò possiamo affermare quanto sia giusto e doveroso attribuire a Mosciano Sant’Angelo l’appellativo di “Paese del Mobile” in merito alla modernità e allo spirito imprenditoriale che tanti hanno concretamente dimostrato in questo settore dagli anni ’50 ad oggi. La prima impresa, dunque, venne avviata nell’anno 1959, nacque così la ditta artigiana Monaco Galliano con la sede presso Via Anfiteatro e l’esercizio principale allocato in Via Campo Boario, presso i locali di Bra’nnu’cc’(De Ascentis), all’epoca proprietario della rimessa dei pullman. La ditta, come risulta dagli atti della Camera di Commercio di Teramo, aveva come oggetto la costruzione di mobili in legno e infissi ed era stata avviata da Galliano insieme al padre Domenico e ai fratelli Bruno e Luciano. Benito si inserirà al suo ritorno dal Venezuela, nel 1962. L’impresa Monaco, come la maggior parte dei moscianesi che si adoperarono nello stesso settore, si specializzò nella produzione di camere da letto e soggiorni. I due primi complementi d’arredo furono venduti proprio in occasione della 2° Mostra del Mobile, organizzata in paese presso i locali della ex Scuola Elementare(di fronte la Chiesa di S. Michele Arcangelo).

In quell’occasione, con grande soddisfazione, vennero vendute una sala da pranzo e una camera da letto che, raccontano gli intervistati, fu completata nella lucidatura a mano dal sig. Dino Perazza, nella notte precedente. Cominciarono in questi anni le prime soddisfazioni, la richiesta era molta, il lavoro c’era per tutti e per la famiglia Monaco fu possibile acquistare già la prima automobile, quando in paese se ne vedevano davvero poche. Sul finire de 1962 si verificò un passo in avanti nella definizione dell’identità imprenditoriale della famiglia: venne cessata l’impresa artigiana e si passò al settore industriale con la costituzione della SAS Mobilificio Monaco di Galliano Monaco.

Venne costruito il primo capannone, oggi sito in Via Dante Alighieri, su 3.000 m² circa di terreno, ceduti dal signor Amedeo Nepa, a cui si aggiunsero altri 10.000 m² acquistati dal Sig Orazio Gatti nell’anno 1963/64. Successivamente, i fratelli provvederono a far costruire sui locali sovrastanti la Fabbrica una palazzina che fu concepita in maniera tale che potesse contenere sia i saloni espositivi che le residenze dei titolari, nonche' gli alloggi per quelle che furono le maestranze fondamentali per l'azienda, infatti vi abitarono il Capo fabbrica Sig. Vittorio Lilla, Il custode Sig.Flaviano Ferroni ed il capo Lucidatore Sig. Ivo Calandra.

I f.lii lavoravano in quegli anni a stretto gomito con la maestranza,sebbene questo qualche volta portava a qualche inevitabile conflittualità' il clima all'interno dell' azienda era di grande cordialita' e rispetto. Tant'e' che diversi dipendenti hanno maturato la pensione proprio con il Mobilificio Monaco.

Galliano,Bruno e Benito ricordano con gratitudine tutti i collaboratori e i dipendenti, citano per tutti Lovescovo Enzo,Dino Campeti,Vincenzo Rapini ed Alessandro Amante che fu organizzatore di produzione valido ed innovativo, un ricordo affettuoso va alle signore della carteggiatura che con le loro minute e laboriose mani effettuavano un prezioso lavoro. Successivamente anche la denominazione fu modificata da “Mobilificio Monaco di Galliano Monaco” in “Mobilificio F.lli Monaco SAS”, e fu, in quell'occasione, creato il Logo con la caratteristica delle tre emme, rimasto invariato sino ad oggi. Tale logo, oltre al cognome, conteneva il riferimento a Mosciano che gia' allora iniziava ad essere identificato come “paese del Mobile” per cui i f.lli avevano pensato ad un marchio non solo affettivamente legato al proprio paese, ma anche commercialmente riconosciuto. Gli anni Sessanta furono gli anni del boom economico e anche nel paese di Mosciano si risentiva della ventata positiva di cui godeva l’intero paese. Il passo verso la costituzione di una vera e propria realtà industriale era ormai arrivato. Nella fabbrica del Mobilificio Monaco si concretizzo' il massimo della industrializzazione nel paese, sia per i macchinari utilizzati che per la manod'opera altamente qualificata, si organizzo' quindi un nuovo modo di lavorare, molti operai (60/70 ca) nei reparti produzione, lucidatura e montaggio nonché anche l’apporto di risorse intellettuali esterne, necessarie per la gestione aziendale e produttiva.

Come dichiarano i protagonisti, venivano prodotti modelli costosi, rifiniti, pezzi di prestigio anche all’interno di linee d’arredamento ricercate. La distribuzione, con le modalità appartenenti all’epoca, venne realizzata su tutto il territorio nazionale con una ottima rete commerciale che si avvaleva di circa 20 rappresentanti, tra cui si ricordano il Sig Leopoldo Lovetro per la Sicilia ed il Prof. Vincenzo Romano per la Puglia. Tutto cio' fu possibile grazie alla partecipazione da parte dell'Azienda Monaco, sin dai primi anni di attivita', alle maggiori manifestazioni fieristiche nazionali (Salone del Mobile di Milano,Mobil Levante di Bari, Oltremare di Napoli, Pesaro ecc.), cosi' da ottenere nell'anno 1985 la medaglia d'argento, consegnata dal COSMIT, ente organizzatore del Salone del Mobile, proprio per la ininterrotta presenza a tali eventi per oltre 20 anni. L'Azienda nel corso degli anni e' stata insignita anche di altri prestigiosi riconoscimenti, da ultimo la benemerenza da parte della Camera di Commercio di Teramo con la consegna della medaglia d'oro a Bruno nel 2009.


La famiglia Monaco, inoltre, ebbe anche l’ardire di tentare il salto internazionale. Il loro nome, infatti, venne anche portato negli stati Uniti, a New York, dove però, come hanno affermato i titolari, reggere il passo di un sistema economico e commerciale come quello americano era arduo, se non quasi impossibile. Essere competitivi con il mercato del nord era un obiettivo che non tutti in paese riuscirono a garantire e, per far questo, i Monaco si dotarono della consulenza di importanti e stimati professionisti di altre regioni: toscani e veneti, che disegnavano modelli all’avanguardia e fornivano all’Azienda il know how necessario al miglioramento delle strategie produttive. Negli anni settanta L'azienda Monaco affianco' alla produzione, anche la vendita di propri manufatti e di altre aziende, allestendo dei saloni espositivi, anche in questo il Mobilificio Monaco si rese protagonista, diventando uno dei piu' importanti riferimenti del settore nel centro Italia.
Grande era l'intuito dei fratelli che li spinse verso diverse iniziative, in particolar modo quella di Bruno e Benito che, furono promotori, del consorzio “Mosciano Profuma Mobili” in quanto gia' da quegli anni si avvertiva la necessita' di consolidarsi sul mercato e di elevarsi e migliorarsi professionalmente.
Nel 1972 la famiglia decise di realizzare un ulteriore investimento, che andò a coincidere con gli anni in cui in Italia ci fu una grande congiuntura economica. In questo anno, nonostante cio’, venne acquistato dai F.lli Monaco l’immobile di Silveri Francesco (che a sua volta lo aveva acquistato da Bernardo Mancini) presso la zona sita in prossimità dell’autostrada A14 (che in quegli anni ancora non veniva realizzata).
In questa nuova realtà, oggi conosciuta come Euromobili, si diede avvio ad un’ azienda più specializzata nel settore dell’arredamento e della vendita, ma che conservava, allo stesso modo la produzione con circa 15 dipendenti. Fino al 1989 furono mantenute entrambe le attività.

Nello stesso anno all’interno della gestione aziendale venne realizzata una ristrutturazione societaria, che vide l'azienda Euromobili affidata a Bruno Monaco, oggi guidata dal figlio Mariano, mentre il Mobilificio Monaco, rimase ai fratelli Benito e Galliano. Quest’ultimo uscirà definitivamente dalla società e dal settore del mobile nel 1996, quando acquisirà la gestione dell’Hotel Caravel di Alba Adriatica, già di proprietà dei fratelli Monaco sin dai primi anni 70.
Una famiglia, dunque, che ha dimostrato negli anni di saper anche diversificare in altri settori, come quello del turismo, portando avanti con stile e dedizione ogni attività in cui ha deciso di investire, tra le tante si ricorda anche la gestione dello chalet Oasi di Tortoreto, che è appartenuto ai Monaco per ben cinque anni.

Competenza e professionalità, dunque. Parlare dell’attività della famiglia Monaco, iniziata tanti anni fa e tramandata con amore alle successive generazioni, rimanda a questi semplici ed importanti concetti che costituiscono le fondamenta di un’Azienda, che nella vita ha scelto di dedicarsi alla cultura dell’arredamento. Un’Azienda rappresentata da uomini, da fratelli per prima cosa, che hanno avuto il desiderio ed il nobile sentimento di trovarsi uniti, solidali e generosi gli uni con gli altri nella costruzione di un progetto professionale, nella concretizzazione di un sogno inimmaginabile.

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